
«La vera eredità di Camilleri è aver dimostrato che il Sud non è periferia, ma centro di storie universali». Raccontare il mondo attorno a sé mostrando un Sud non marginale è per Maurizio de Giovanni una delle peculiarità di Andrea Camilleri.
Lo scrittore napoletano, erede di quel modo tutto mediterraneo di comporre romanzi gialli, ne parla alla vigilia della presentazione del documentario “Camilleri 100”, diretto da Francesco Zippel, che si presenta oggi al Teatro Greco di Taormina, in onda domani in prima serata alle 21.15 su Rai1.
Il film arriva in occasione delle celebrazioni per il centenario di Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, “dopo tre anni che il fascismo aveva preso potere in Italia”, diceva, ed è prodotto da Rai Documentari e Quoiat Films con il contributo di Rai Teche. «Ho avuto la fortuna – racconta de Giovanni, tra gli scrittori italiani più letti e tradotti, autore dei romanzi de Il commissario Ricciardi e delle avventure dei Bastardi di Pizzofalcone, diventati anche serie tv di successo – di conoscere la sua immensa statura umana, prima ancora dello straordinario scrittore che è stato. Era un gigante della letteratura, ma anche un uomo che non ha mai smesso di interrogare il Paese e di costringerlo a guardarsi dentro». Quella dimensione umana e civile per de Giovanni fanno di Camilleri una profonda e acuta voce capace di dare «l’analisi giusta, cento volte su cento».
Lo scrittore partenopeo riflette: «Raccontare Camilleri non è comodo, non lo è mai stato, e lui non ha mai voluto esserlo. Per questo sono grato a Quoiat Films, a Rai Documentari e al suo direttore Luigi Del Plavignano: non hanno scelto la via più facile o uniforme, ma quella più coraggiosa. Li ringrazio di cuore per aver restituito al Paese la complessità di una figura che non faceva sconti a nessuno».
Se per Camilleri, scomparso a Roma sei anni fa il 17 luglio 2019, lo sfondo era la Sicilia, per Maurizio de Giovanni lo scenario è Napoli. «Non ho la profondità di Camilleri – aggiunge de Giovanni – ma, come la Sicilia, anche Napoli racconta storie senza sosta. Ha insegnato a raccontare un territorio senza cadere negli stereotipi, mantenendo però la sua identità. Non è semplice: sarebbe stato facile ridurre la Sicilia alla mafia o Napoli alla camorra, ma non deve essere l’unico oggetto del racconto. Andrea lo ha mostrato con forza, e questo è un insegnamento che dobbiamo portare avanti». Il documentario “Camilleri 100”, oltre che dello scrittore partenopeo, raccoglie le testimonianze – tra gli altri – di Giancarlo De Cataldo, Donatella Finocchiaro, Fiorello, Fabrizio Gifuni, Melania G. Mazzucco, Michele Riondino, Sergio Rubini, Gaetano Savatteri e Luca Zingaretti per “un viaggio intimo e avvincente nella sua vita e nelle opere. Tra immagini d’archivio e interviste, il docu attraversa il suo amore per la Sicilia, la passione per la scrittura, l’esperienza in Rai e il legame con il teatro.
De Giovanni poi lancia un appello alle nuove generazioni, a raccoglierne la lezione: «Camilleri raccontava popolari e aristocratici, colti e ignoranti con la stessa attenzione, senza scegliere un campo, ma restituendoli nella loro verità. Ai giovani direi: imparate da lui a raccontare l’identità senza ridurla a stereotipo, ad avere il coraggio di restituire la complessità della vita». Il centenario di Camilleri sarà celebrato anche giovedì 11 alle 18 alla Feltrinelli in piazza dei Martiri con la presentazione del libro “Compagno Camilleri. Poesie incivili e altri scritti militanti” (MicroMega), intervengono Paolo Flores d’Arcais e Roberto Andò.