

“Un fallimento generale. Sarà questo il risultato del referendum sulla giustizia.” Comincia con queste parole l’appuntamento settimanale del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che nella diretta del venerdì, ha affrontato con toni durissimi il tema della riforma della giustizia, definendola “una delle riforme impossibili” e accusando sia la maggioranza che l’opposizione di aver portato l’Italia in un vicolo cieco.
“Abbiamo portato il Paese in un vicolo cieco, con chiassosa allegria. Una riforma che non risolve nulla, che non affronta i nodi veri: i tempi della giustizia, l’abuso della carcerazione preventiva, lo squilibrio tra poteri, la responsabilità del magistrato, il rapporto con l’informazione. E che introduce persino il sorteggio per le nomine. Ma non si sorteggia la giustizia.”
De Luca ha citato il giurista Luigi Ferrajoli, ricordando come perfino un avviso di garanzia possa distruggere la vita di una persona. “Ma nessuno si pone il problema di cosa accade quando una persona viene convocata dalla giustizia e poi risulta innocente. Nessuno si assume la responsabilità.”
Ha poi denunciato l’assenza di una vera cultura delle riforme: “In Italia abbiamo cinque riforme impossibili: giustizia, pubblica amministrazione, fisco, sanità, autonomie locali. Per affrontarle servirebbe uno sforzo unitario di dieci anni. Ma non abbiamo né le classi dirigenti né la qualità culturale per farlo.” Dalla giustizia alla sanità, il passaggio è stato immediato.
E la critica al ministro Schillaci è stata netta: “È venuto a Caivano per visitare un impianto sportivo. Ma tre settimane fa abbiamo inaugurato un Polo Sanitario straordinario: casa di comunità, ospedale di comunità, servizi integrati. Una bellissima realizzazione, ignorata per fare campagna elettorale con il pallone. Che tristezza. Che volgarità.”
Poi la denuncia sul tema dei punti nascita: “Il Ministero ci ha scritto che mantenerli aperti ‘non è accettabile’. Stampate quella frase e leggetela quando arrivano a fare demagogia sulla sanità.” Ma il cuore dell’intervento è stato il lavoro fatto in Campania. “Datemi la soddisfazione del lavoro che abbiamo fatto in un mese. Ci sono amministrazioni che non fanno tutto questo in cinque anni.”
In sintesi: approvato il piano urbanistico per Piazza Garibaldi e la nuova sede della Regione; distribuiti scuolabus ecologici; presentati i piani di ricostruzione e paesaggistici per Ischia; avviato il concorso per 1.274 OSS; aperti nuovi poli sanitari, impianti di compostaggio, ospedali, centri di salute mentale; riqualificazioni urbane, strade, ponti, alloggi popolari, distretti culturali. “Abbiamo buttato il sangue,” ha detto.
“Altro che cerimonie e chiacchiere.” Infine, un pensiero commosso per tre figure che ci hanno lasciato: Mimmo Jodice, maestro della fotografia, artista visionario e uomo di profonda umanità. James Senese, musicista, figlio del popolo, voce della Napoli vera e ribelle. Augusto Strianese, imprenditore e presidente della Camera di Commercio di Salerno, che ha tenuto aperta la società dell’aeroporto anche nei momenti più difficili.


