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L’ira gratuita per una pizza bruciata

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L’altra sera ero in pizzeria. A un tavolo vicino al mio, una signora si è lamentata con voce sempre più alta di una pizza leggermente bruciata. Prima col cameriere, poi con il pizzaiolo, infine direttamente con il proprietario. Un crescendo di proteste per un cornicione troppo scuro, una piazzata, come si dice dalle nostre parti. Una di quelle scenate che sembrano avere un peso universale, e che invece, nella realtà delle cose, valgono pochissimo. Quello che la signora non sapeva, e non poteva sapere, è che i due proprietari della pizzeria, marito e moglie, hanno da pochi mesi perso il figlio di nove anni per una malattia. Un dolore che non si racconta, che non ha nome, che richiede solo silenzio. Un dolore che ogni giorno i due provano a contenere tra un tavolo da servire e un impasto da stendere.

E allora mi è venuto da pensare a quanta gente vive accanto a noi con una ferita aperta nel petto, invisibile. A quante volte pretendiamo scuse, perfezione, puntualità, attenzione, senza domandarci se chi abbiamo davanti sia in grado, oggi, di darcele. E a quante volte ci lamentiamo, per una pizza, per un piatto sbagliato, per una parola detta male, senza sapere che potremmo avere di fronte qualcuno che sta solo cercando di restare in piedi. C’è quella frase antica, attribuita a molti, e che non si sa bene da dove venga, forse da un pastore scozzese alla fine dell’Ottocento: sii gentile, perché ognuno che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla.

In Giappone esiste un ristorante che assume solo anziani con demenza. Si chiama “Il ristorante degli ordini sbagliati”. È probabile che ti arrivi un piatto diverso da quello che hai chiesto, ma nessuno si lamenta. Perché l’errore lì è immaginato, previsto e accolto, è parte del patto umano che tiene in piedi tutto. E se quella signora lo avesse saputo? Se avesse saputo del figlio della coppia? Avrebbe taciuto, forse, o chiesto scusa. Ma il punto è proprio questo: non dobbiamo sapere tutto per comportarci meglio. Non serve conoscere ogni storia, ogni lutto, ogni battaglia invisibile, serve solo rimettere in ordine le priorità, dare meno peso a ciò che conta poco, e più attenzione a ciò che non si vede.

Perché non siamo il centro del mondo. E, ogni tanto, anche una pizza bruciata può ricordarcelo.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/08/03/news/l_ira_gratuita_per_una_pizza_bruciata-424769870/?rss

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