Aveva provato a fermare i rapinatori che gli volevano portare via l’incasso della sua pescheria nella serata del 23 dicembre, Antonio Morione (nella foto) venne ucciso a 41 anni davanti ai figli al lavoro con lui nel negozio di Boscoreale a due giorni dal Natale nel 2021. Una reazione spontanea per difendere la figlia, accanto a lui. Quattro anni dopo l’omicidio le condanne dei quattro rapinatori accusati di avere sparato al pescivendolo e poi di essere fuggiti, lasciandolo morire mentre pronunciava le sue ultime parole tra le braccia del figlio.
Dovrà scontare l’ergastolo Giuseppe Vangone, ritenuto l’uomo della banda che avrebbe sparato colpendo in faccia la vittima. Trent’anni, invece, per Luigi Di Napoli e Angelo Palumbo, 20 anni di cella per Francesco Acunzo. I tre che erano con lui e l’hanno aiutato a fare sparire le tracce dopo il delitto.
Questa mattina, nell’aula 115 della secondaria sezione della Corte d’Assise di Napoli, è arrivata la sentenza attesa dalla famiglia del commerciante che più volte in questi anni ha chiesto giustizia. In aula la moglie e i due figli più grandi Teddy e Noemi. Aveva chiesto l’ergastolo per tutti la Procura di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso, con i pubblici ministeri Andreana Ambrosino e Giuliana Moccia. Ma il verdetto conferma quanto ricostruito da magistrati e investigatori nella notte di violenza a due giorni da Natale di quattro anni fa.
“Abbiamo accolto, insieme alla moglie e ai figli in lacrime, la sentenza per l’omicidio di Antonio Morione, vittima innocente uccisa il 23 dicembre 2021 mentre svolgeva il proprio lavoro. Un ergastolo all’imputato principale, trent’anni ad altri due e venti al quarto imputato. Come sempre affermiamo l’importanza della verità e della giustizia per i familiari delle vittime, a cui siamo vicini nella vita e nel percorso giudiziario, rispettando ogni sentenza”, ha sottolineato don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania.
