Potenza avrà l’Osservatorio sismico urbano, come Catania e i Campi Flegrei. Il progetto è del Centro di geomorfologia integrata per l’area del Mediterraneo (Cgiam), in collaborazione con il laboratorio SisLab del dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi della Basilicata e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
Nel concreto si tratta di realizzare una mappatura dettagliata del rischio del territorio in grado di fornire dati essenziali per la gestione dell’emergenza, della pianificazione urbana e degli interventi di messa in sicurezza. La tempistica di realizzazione, almeno per la prima fase di posizionamento di dieci sensori in città tra terra ed edifici ancora da individuare, è fissata entro la fine del 2025, con un’entrata a regime nel 2026.
Potenza è considerato un territorio “altamente sismico”, che secondo il centro “deve essere adeguato all’evoluzione dei tempi e delle metodologie a seguito del terremoto del 1980 che colpì l’Irpinia e la Basilicata, rientrando nel programma di ripristino e aggiornamento tecnologico della rete realizzata in Basilicata dal centro sotto l’impulso dell’ingegnere Maurizio Leggeri e rimasta attiva all’incirca per un decennio”.
“Negli ultimi anni – ha spiegato Domenico Patanè, dell’Ingv – si stanno sviluppando in varie città osservatori per la mitigazione del rischio sismico in area urbana. Il patrimonio edilizio potentino è datato e non adeguato alla normativa vigente. Potenza ha sofferto vari terremoti ed è tra quelle città a maggiore rischio sismico in Italia, per cui una rete sismica consente di capire quali zone possono essere soggette a maggiore amplificazione. Questo – ha concluso – è un progetto all’avanguardia che colloca Potenza al centro di una strategia avanzata per la prevenzione, rendendola una delle poche città a disporre di un Osservatorio sismico urbano operativo, come Catania e i Campi Flegrei”.
