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Rapido 904, cerimonia alla Stazione Centrale di Napoli. E spunta un nuovo indagato

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Al binario 11 della Stazione Centrale, quello da cui partì il Rapido 904 poco dopo mezzogiorno del 23 dicembre 1984, stamattina si è svolta la cerimonia di commemorazione per il quarantunesimo anniversario della strage. Sedici morti, 267 feriti, quando alle 19.08 un ordigno esplose nella Grande Galleria dell’Appennino mentre il treno diretto a Milano attraversava il cuore della montagna tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro.

La memoria si è intrecciata con una notizia giudiziaria arrivata proprio nelle stesse ore: la Procura di Firenze nel 2023 ha iscritto nel registro degli indagati Raffaele Stolder, 67 anni, boss di camorra del clan omonimo vicino ai Giuliano di Forcella. Lo ha rivelato La Nazione, ricordando che già nel 2012 un pentito, Maurizio Ferraiuolo, nipote di Stolder, aveva raccontato ai magistrati che lo zio intorno al 2007 avrebbe ricevuto proposte dai Servizi per tenere sotto controllo il territorio “senza spargimenti di sangue”. L’ex procuratore di Firenze, Filippo Spiezia aveva confermato che nell’inchiesta, riaperta nel 2022, erano confluiti atti dei Servizi declassificati dall’Archivio storico centrale dello Stato.

“Speriamo che si vada avanti nelle indagini, speriamo sempre che vengano fuori questi interessi convergenti di cui tanto si parla ma di cui nessuno fa nomi concreti”, ha detto Rosaria Manzo, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime e vicepresidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania. “Oggi è il quarantunesimo anniversario della strage, ma per noi è particolarmente importante perché ricorrono anche i 40 anni dalla fondazione dell’associazione. Quarant’anni con un unico obiettivo: verità e giustizia. E dopo 40 anni siamo ancora a chiederle. Senza giustizia è una ferita che non si può rimarginare. La memoria serve a traghettarci verso la verità e quindi verso la giustizia”.

Stazione di Napoli, bambini leggono i nomi della vittime della strage del Rapido 904

Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il prefetto Michele di Bari, il segretario generale della Fondazione Pol.i.s. Enrico Tedesco, insieme a familiari delle vittime, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle forze armate e dei sindacati. Dopo la commemorazione nell’atrio della stazione, è stata deposta una corona di fiori davanti al binario 11.

“Questa è ancora una strage di mezzo, in mezzo tra verità e giustizia”, ha sottolineato Enrico Tedesco. “Non ha ottenuto la sua verità e la sua giustizia. La vicinanza ai familiari è un’esigenza sociale, culturale, costituzionale. Perché quello che è accaduto non sia accaduto invano – questo il nostro slogan. La Fondazione Pol.i.s. lavora quotidianamente con i familiari di oltre 650 vittime della criminalità nella nostra regione”.

Il prefetto Michele di Bari ha parlato di “atto civico” più che di semplice commemorazione. “La verità prima o poi si imporrà. La storia si impone perché la verità si impone. Se Firenze ha riaperto le indagini due anni fa significa che c’è qualcosa di nuovo. Dobbiamo avere fiducia totale nella magistratura. Lo dobbiamo alle vittime, ai tanti feriti, ai familiari che portano dentro alla propria coscienza il dolore che non sarà mai cancellato.”

Il sindaco Manfredi ha ricordato quella stagione come “una fase storica in cui le istituzioni erano colluse con la criminalità e col terrorismo fascista, un momento veramente grave per la democrazia. Io l’ho vissuto, ricordo quella paura, quello smarrimento, la mancanza di certezza di avere uno Stato che difendesse i principi democratici e la vita dei cittadini. Ricordare significa tenere la guardia alta perché questi fenomeni possono ritornare.”

Il Rapido 904 rappresenta il punto di saldatura tra gli anni di piombo e il terrorismo di matrice mafiosa. Per quella strage ci sono condanne definitive: ergastolo a Pippo Calò, il cassiere della mafia, 22 anni al tedesco Federico Schaudinn, trafficante di armi ed esplosivi. Totò Riina fu processato come mandante, assolto in primo grado, poi la sua morte nel 2017 fece estinguere il processo d’appello che aveva deciso di riaprire l’istruttoria.

I nomi delle sedici vittime: Giovanbattista Altobelli (51 anni), Anna Maria Brandi (26), Angela Calvanese in De Simone (33), Anna De Simone (9), Giovanni De Simone (4), Nicola De Simone (40), Susanna Cavalli (22), Lucia Cerrato (66), Pier Francesco Leoni (23), Luisella Matarazzo (25), Carmine Moccia (30), Valeria Moratello (22), Maria Luigia Morini (45), Federica Taglialatela (12), Gioacchino Taglialatela (50, morto successivamente per le ferite), Abramo Vastarella (29).

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/12/23/news/rapido_904_cerimonia_alla_stazione_centrale_di_napoli_e_spunta_un_nuovo_indagato-425057616/?rss

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