
“Dopo lo scioglimento per camorra del comune di Caserta, nel PD va aperta una seria e profonda riflessione”. È il pensiero di Renato Natale, ex sindaco di Casal di Principe e oggi commissario della sezione Pd del comune casalese. In una lunga intervista rilasciata all’Ansa, Natale parla dello scioglimento come un “peso notevole per l’immagine del capoluogo e per gli effetti a cascata che può avere sul territorio. Il Pd – aggiunge – non può esimersi dall’affrontare questo percorso, che però al momento non vedo sia iniziato”.
L’ex primo cittadino punta il dito anche contro la commissaria Provinciale del PD, Susanna Camusso che, dopo il provvedimento adottato dal Consiglio dei Ministri, non ha favorito occasioni di incontro nel Pd, per un momento di discussione su quanto successo nel consiglio comunale del capoluogo.
Natale, che è stato eletto sindaco la prima volta nel 1993, (ma solo per dieci mesi) ed era primo cittadino quando venne ucciso don Giuseppe Diana il 19 marzo del 1994, è stato per anni punto di riferimento contro i clan. Nel 2014 Natale divenne di nuovo sindaco di Casal di Principe, allora reduce da ben tre scioglimenti per camorra, e per dieci anni ha lavorato per riscattare la cittadina “marchiata” a fuoco perché epicentro dell’organizzazione criminale che peraltro portava il suo nome.
È riuscito a rilanciarne immagine e a ricostituire una comunità consapevole, e oggi, dopo quell’esperienza, ha continuato a fare vita politica, sempre nell’ottica di favorire una maggiore partecipazione dei cittadini, aprendo a Casal di Principe la sezione del Pd, di cui è commissario (il Pd in provincia di Caserta è commissariato e affidato a Susanna Camusso).
“Forse per i troppi schiaffi presi – osserva l’ex primo cittadino – e perché per tutti i Casalesi erano i camorristi e non i cittadini, c’è stato un movimento di riscatto che ha coinvolto associazioni, penso al Comitato don Diana e a Libera, ma anche gruppi di persone e di giovani. E siamo riusciti ad affrancarci da quel marchio infamante, come dimostra la visita a Casal di Principe, il 21 marzo del 2023, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dunque – prosegue Natale – la prima grave criticità che si nota a Caserta è la mancanza di consapevolezza nella cittadinanza su ciò che è accaduto, un passo fondamentale per poi davvero ricostituire il tessuto sociale. È ovvio che le associazioni di cittadini, ma soprattutto i partiti che poi esprimono i candidati, debbano avviare una profonda riflessione e coinvolgere attivamente la cittadinanza, perché una maggiore partecipazione rafforza il controllo democratico sull’azione amministrativa.
E il Pd deve farlo subito, visto che fino allo scioglimento ha governato a Caserta con Carlo Marino. Questa è un’occasione da non farsi sfuggire, visto che si andrà al voto tra diciotto mesi”. Su come si governa un Comune “aperto” ai condizionamenti, Natale ha le idee chiare. “A Casal di Principe – ricorda – varammo dei regolamenti che riducevano la discrezionalità dell’amministrazione nel nominare consulenti o dare incarichi; ciò rallentava la macchina burocratica ma ci ha messo al riparo da infiltrazioni. Ciò non è avvenuto e non avviene purtroppo in tante realtà a rischio infiltrazione, nella nostra provincia ma anche in altre parti d’Italia, dove spesso si agisce con superficialità e complicità con imprenditori vicini ai clan o che vogliono imboccare ‘scorciatoie’ e per farlo sono pronti a corrompere. Atteggiamenti, tanto quelli degli imprenditori che dei pubblici funzionari, accompagnati il più delle volte da un forte senso di impunità dovuto al fatto che in molti, ovviamente nel Casertano, pensavano che la camorra fosse solo un problema di Casal di Principe e dei comuni limitrofi. Ma, come si è visto, non era così”.
Natale conclude dicendo che “gli anticorpi contro il malaffare a Caserta ci sono, basta pensare a persone come il Vescovo di Caserta Pietro Lagnese che sta rilanciando l’area ex Macrico ed è un punto di riferimento importante. Ora la politica faccia uno scatto in avanti”.