

Perseguitava la ex fidanzata tenendola sotto costante controllo con uno spyware installato di nascosto nel cellulare della vittima: il Tribunale penale di Napoli, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato a due anni e otto mesi di reclusione un uomo di 32 anni a cui la procura di Napoli (IV sezione “Fasce deboli”) contestava i reati di atti persecutori e accesso abusivo a un sistema informatico.
Dalle indagini, sfociate con un arresto in carcere, emerse che la ex dell’imputato, una 26enne, aveva subito una serie di minacce via chat (“ti conviene dirmi dove sei… oppure vedi che succede” e “è guerra, non ti faccio più scendere da sopra…”) anche di morte. In un’occasione, infatti, durante una videochiamata, le mostrò un coltello annunciando di essere pronto ad accoltellarla anche se in compagnia di amici facendosi vedere poco dopo davanti al teatro dove la ragazza si trovava.
La giovane veniva pedinata quando usciva di casa e tartassata di messaggi inviati da numerosi profili social attivati appositamente. Con il rito ordinario l’imputato sarebbe stato condannato a quattro anni di reclusione.
“Al di là della condanna – dice l’avvocato Sergio Pisani, legale della 26enne – voglio rappresentare che grazie alla tempestività dei magistrati, che applicarono all’imputato la misura della custodia in carcere, questo caso stalking non è sfociato in una tragedia”.


