
Pandemia da Covid 19, cinque anni sono passati e il napoletano Ernesto Di Cianni sceglie questa scadenza per pubblicare il suo primo romanzo Le notti di Bergamo, che sarà presentato martedì 6 maggio alle 17,30 a Napoli, nella sede dell’Ordine dei Medici a Riviera di Chiaia 9/C.
La genesi del libro risale a due anni fa: dopo la pubblicazione della raccolta di racconti La musica è un vento, il medico-scrittore parte per Bergamo, esplora la città, incontra gli abitanti, visita ospedali e scuole. Sulle tracce del dolore, del lutto e della consapevolezza che il Covid (che in queste pagine viene sempre indicato con l’iniziale minuscola) ha lasciato su quella che viene considerata la città-simbolo della pandemia.
Il risultato è un romanzo dal tono inevitabilmente drammatico, anche se screziato di vari umori e aperto alle più diverse tematiche: il senso di colpa tanto individuale che collettivo, l’amore nelle sue varie forme, la solitudine dei giovani come dei meno giovani, l’idea che i linguaggi artistici (in questo caso il teatro) possano riscattare l’umanità dalle sue incertezze. “Non capitoli di un romanzo tout court”, scrive Giuseppe Del Bello nella prefazione, “ma tanti frames pronti a essere rappresentati”.
E l’idea di rappresentazione è nel cuore del romanzo, il cui protagonista Valerio è un professore di Lettere, impegnato con i suoi alunni nell’allestimento della commedia di Eugene Ionesco, Il rinoceronte. Teatro dell’assurdo, considerato fuori moda dai colleghi di Valerio. Che però insiste: in quel testo vede una metafora non solo del contagio pandemico ma anche del conformismo che attanaglia la contemporaneità.
Lo spettacolo, per forza di cose, non può avvenire davanti a un pubblico, ma viene registrato in uno studio televisivo. E l’idea di rappresentazione teatrale pervade le pagine del romanzo, più d’un capitolo è scritto come la scena di un copione, con personaggi e dialoghi. Intorno alla messa in scena c’è la vita reale: i tanti che si ammalano, i troppi che se ne vanno e lo sgomento di chi resta. “Quel pomeriggio sentiva dentro di sé addensarsi i rimpianti dei sopravvissuti, i rimorsi dei guariti. Il suo mondo interiore si dilatava per accogliere le lacrime e i sentimenti contrastanti dei concittadini”.
Un racconto ben radicato nella cronaca dell’epoca: trovano spazio tanto il discorso del presidente Mattarella ai bergamaschi quanto la canzone Rinascerò rinascerai, composta da Stefano D’Orazio e Roby Facchinetti, ispirata a quest’ultimo dalle bare caricate sui camion che vedeva sfilare sotto casa sua. In appendice, un prezioso compendio storico-scientifico sulle pandemie che nei secoli hanno infestato il mondo.