
Nel cuore della Napoli antica, a ridosso da Piazza della Borsa, in vico Santa Maria dell’Aiuto 17 il piccolo teatro Lazzari Felici ospita questa sera “Almeno potercene andare”, scritto e diretto da Antonio Mocciola, ultima impresa di biografia immaginaria costruita su documenti e trasgressioni in possibili territori d’intimità, che l’autore/regista napoletano affida questa volta ad Alessio Palumbo con sottotitolo “il dolore nudo di Cesare Pavese”.
È infatti il grande scrittore piemontese il personaggio messo a nudo, non soltanto metaforicamente come spesso avviene nel percorso di Mocciola. Qui lo scrittore torinese è in scena “anti-eroe di una parabola tragica e dolente, con squarci di fragili speranze”, presenza che si racconta, “abbandonato e tradito dalla sua donna, assediato dai propri fantasmi misogini, divorato da una solitudine fisica ed esistenziale che velava pulsioni omosessuali, macerandosi tra indistinto livore e istinti autodistruttivi”.
Per Mocciola ancora un percorso nell’intimità drammatica di un personaggio di cui cerca di cogliere, come precisa nella sua presentazione allo spettacolo, “un ritratto spietato e allo stesso tempo dolcissimo di come un uomo può ingoiare sé stesso, andandosene volontariamente e lasciando di sé soltanto la bellezza della propria sublime, malinconica poesia”. Prodotto da Mentite Spoglie Teatro, lo spettacolo è vietato ai minori di 18 anni. Inizio alle ore 21, si replica domani domenica alle ore 18.