
Una coda lunghissima per la funicolare, in piazzetta, sotto il sole caldo di questo pomeriggio: così la foto che racconta una Capri già presa d’assalto dai turisti diventa virale. A diffonderla l’Unione Nazionale Consumatori, delegazione di Capri, che denuncia: “Capri è una comunità, non un terminal di un aeroporto”. In tantissimi in fila, alle 15: un torpedone che partiva all’imbocco di via Vittorio Emanuele.
“Un’immagine che parla da sola – dice il presidente della sezione caprese dell’Unione Nazionale dei Consumatori, Teodorico Boniello -. Centinaia di persone in attesa, caos, disservizi e rallentamenti prevalentemente per i residenti, per chi in questo territorio ci vive e ci lavora, ma anche per i turisti stanziali e per gli stessi turisti giornalieri, costretti a fruire di un servizio parziale e caotico”.
E ancora: “Occorre dare un freno. Le istituzioni nazionali, che vanno sollecitate, intervengano a tutela della popolazione residente, di chi investe sul territorio e contro chi specula e ci marcia incurantemente, in primis sulle vie del mare”.
Fino alla richiesta accorata: “Chiediamo una legge speciale per Capri in grado di regolamentare i flussi, salvaguardare il territorio e garantire maggiore autonomia agli enti locali, anche per tutelare l’identità di un’isola e la sua storia ultramillenaria. Una proposta già avanzata alcuni anni fa alle istituzioni governative nazionali e regionali, che oggi, alla vigilia della stagione estiva, non può che tornare attuale: Capri non può essere un luna park, il troppo stroppia e vanno in sofferenza in primis i servizi per i residenti. Rischiamo di essere annientati dagli effetti nocivi della globalizzazione, Capri ha un’ anima e un’ identità che non va persa o, peggio ancora, venduta”.
Il tema dell’overtourism è ampiamente dibattuto a Capri. Nei giorni scorsi l’amministrazione di Capri aveva riproposto, con una ordinanza ad hoc, il “contingentamento” degli sbarchi in uno degli angoli più suggestivi delle sue coste, lo scoglio delle Sirene, a Marina Piccola, sul versante sud dell’isola.
E sembra registrare un’accelerazione anche l’iter per la creazione di un’area marina protetta, che tutelerebbe le coste dell’isola dall’invasione dei diportisti. Il sindaco Paolo Falco aveva peraltro guidato, nei mesi scorsi, una “crociata” volta a regolamentare i flussi, sin qui incontrollati, di visitatori in alta stagione, che – a Capri come nelle destinazioni più gettonate d’Italia – minano la stessa vivibilità dei luoghi.
Aveva firmato, insieme ad altri 24 sindaci, la Carta di Amalfi, già approdata alla Commissione Turismo del Senato: tra le richieste, più poteri normativi per fronteggiare la gestione dei “picchi” attraverso “l’ottimizzazione degli arrivi nel porto di Marina Grande”. Che resta una delle grandi criticità di un’isola pronta, ancora una volta, a “scoppiare”.