Un grande cervo dalle corna dorate ramificate in bronzo. A Capri, nella celebre piazzetta quotidianamente invasa dai turisti, spunta una nuova opera monumentale: si chiama “Forest Guardian”, il custode della foresta, ed è una scultura iperrealista realizzata, per Liquid Art System, dal duo spagnolo Coderch & Malavia. Una installazione che ha subito catturato l’attenzione dei passanti, tra foto e selfie di rito, e che rappresenta, spiegano gli autori, un inno alla natura, al selvaggio, alla cura e alla protezione della Madre Terra, tematiche che rimandano direttamente alla filosofia di Karl Wilhelm Diefenbach, il pittore tedesco cui è dedicato il Museo della Certosa di San Giacomo di Capri e che proprio qui, a pochi passi da piazza Umberto I, aveva il suo atelier.
La scultura, nata per l’occasione ed esposta a Capri per la prima volta, vi resterà fino a metà agosto. Introdurre un animale così distante dall’immaginario comune dell’Isola rappresenta, secondo i curatori dell’iniziativa, un potente strumento di dialogo tra arte contemporanea e territorio, nel tentativo di rapportarti alla vera essenza dell’isola. Un’essenza legata alla natura e alla biodiversità, il cui equilibrio fragile è fatalmente minacciato dall’overtourism.

“Abbiamo voluto omaggiare Diefenbach, un autore rivoluzionario vissuto a Capri alla fine dell’Ottocento, cui sono da sempre molto legato”, commenta il gallerista Franco Senesi. Evidente, su tutti, il richiamo al dipinto “Tu non devi uccidere”, in cui Diefenbach raffigura l’immagine di un cacciatore nell’atto di sferrare il colpo mortale a un cervo, fermato e redento dall’imponente apparizione dello spirito della montagna, invitando così a vivere in difesa degli animali e del vegetarianesimo.
E un cervo è protagonista anche di un fotogramma non banale del film “Capri-Revolution” di Mario Martone, ambientato proprio sull’isola, un racconto affascinante della vita di una comunità hippie a Capri. “Da anni promuoviamo installazioni di arte pubblica con interventi artistici studiati per le aree più iconiche dell’isola, e dunque inevitabilmente in dialogo con la gente – tantissima, di questi tempi – che la percorre. Siamo certi che anche questa volta l’opera sorprenderà e fare discutere”.