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Costa: la politica utilizza la giustizia per fini elettorali

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“Mai più conferenze stampa dai toni giustizialisti dei procuratori. La separazione delle carriere non risolverà tutti i problemi della giustizia ma chiarirà bene i ruoli dei pubblici ministeri e dei giudici”. Il parlamentare di Azione Enrico Costa, ospite alla giornata di studio organizzata dal professore Francesco Forzati e dal Dipartimento di Giurisprudenza della Federico II dal tema “La separazione delle carriere: superamento di un dogma o attacco alla separazione dei poteri?”, è un fiume in piena.

“La separazione delle carriere – ha ribadito durante l’incontro al quale hanno preso parte anche il presidente della Camera Penale di Napoli Marco Campora, i professori Stefano Prezioni e Carlo Longobardo e i magistrati Giuseppe Sassone e Gaetano Bono – chiarirà bene il ruolo del pubblico ministero che rappresenta una sorta di “avvocato” dell’accusa e che le sentenze vengono emesse dai giudici. Quando i cittadini vedranno un pubblico ministero annunciare in conferenza stampa degli arresti sapranno che si tratta solo di contestazioni che potranno essere ribaltate da un giudice”.

Poi bacchetta la politica. “E’ responsabile perché ha sempre utilizzato la giustizia per i suoi fini elettorali e propagandistici. Utilizza la giustizia come scorciatoia, come clava per colpire l’avversario politico. Questo è avvenuto anche a Bari”. E non risparmia critiche nei confronti del governatore della Puglia, l’ex magistrato Michele Emiliano. “Io penso che i magistrati debbano fare i magistrati, che le porte girevoli non ci debbano essere. Si proclamano tutti contro le porte girevoli ma poi, quando c’è l’utilità elettorale, vengono candidati i magistrati dagli stessi partiti che propongono le leggi contro le porte girevoli”. I test psicoattitudinali per i magistrati? “Solo fumo negli occhi, sono solo propaganda. È necessario avere una seria valutazione sull’esito dell’attività dei magistrati. In molti casi abbiamo inchieste flop sulle quali nessuno paga. Paga solo lo Stato per i risarcimenti. Su questo il governo non ha fatto nulla”.

E sulle ultime dichiarazioni del procuratore Gratteri ironizza. “Apprezzo che ci sia qualcuno che ogni norma che fa il parlamento la commenta… anche quelle in itinere. Ma riusciremo ad avere un giorno una separazione: che la politica non commenti le sentenze e i magistrati non commentino le norme?”. A difendere le toghe è toccato al magistrato Gaetano Bono, il più giovane sostituto procuratore generale d’Italia, attualmente in servizio a Caltanissetta, autore del libro “Meglio Separate”.

“Purtroppo – ha spiegato Bono – devo registrare che, nonostante le dichiarazioni dei proponenti dicano il contrario, gli attuali disegni di legge, porteranno inevitabilmente alla limitazione dell’autonomia della magistratura, alla sottoposizione del Pm all’Esecutivo e all’annichilimento della sua cultura della giurisdizione. Ecco perché, tenendo anche conto del fatto che la separazione delle carriere non è la panacea per i mali della giustizia e non c’è nemmeno urgenza di intervenire, si possono e si devono ponderare al meglio i connotati dell’eventuale riforma”. A fargli eco il magistrato Giuseppe Sassone, sostituto procuratore generale in Cassazione. “Di fatto la separazione delle carriere esiste già dal 2006. I magistrati che cambiano funzione sono lo 0,6 %. Mi domando a cosa serve questa riforma. È proprio necessaria?”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/03/28/news/costa_la_politica_utilizza_la_giustizia_per_fini_elettorali-422389436/?rss

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