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Napoli, boom dei Bed & breakfast: più 30 per cento in un anno, stretta sulle case fuorilegge

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A maggio dello scorso anno gli annunci per una casa, una stanza o un posto letto da offrire in città ai turisti erano 8006. A gennaio erano già 9754. Oggi sono diventati 10385. Un aumento in poco meno di un anno del 29,7 per cento. Una bolla in espansione.

Per InsideAirbnb, il sito che monitora i movimenti su Airbnb, il principale portale dedicato al turismo, a non cambiare è la percentuale di potenziali fuorilegge. Parliamo di chi gestisce piu annunci sulla piattaforma: il 62 per cento in città. Quindi, 2 su 3. «È probabile – si legge su InsideAirbnb – che gestiscano un’attività imprenditoriale e violino la maggior parte delle norme sugli affitti brevi per proteggere gli alloggi residenziali».

Eccolo in numeri il far west di B&b e case vacanza. Tre giorni fa nella delibera che dà il via al nuovo piano urbanistico del Comune, la giunta Manfredi si è posta un obiettivo: “Salvaguardare i residenti nel centro storico”. Lotta a chi fitta ai turisti? Macché. Laura Lieto, vicesindaco, mette le mani avanti: «Sgombriamo il campo da equivoci: non si può limitare l’utilizzo della proprietà privata. Non abbiamo strumenti a livello locale per intervenire sugli affitti brevi. E nessuno di noi vuole bloccare il turismo, non è in discussione in questa amministrazione. Il turismo è una risorsa».

Una resa? «Faremo una politica sugli immobili del Comune – replica Lieto – Per offrire residenze a famiglie, studenti». Un tentativo di riequilibrare una rendita immobiliare drogata dall’effetto disneyland. Nel frattempo è scattata quella che l’assessore al Turismo Teresa Armato definisce “una moral suasion” rivolta ai gestori di B&b.

Sul sito del Comune, 48 ore fa, è apparso questo avviso: “Si invitano gli operatori del settore a valutare obblighi e adempimenti previsti dalle norme e, in caso di eventuali divergenze, a voler provvedere, con la dovuta urgenza, alla relativa regolarizzazione”.

Ed allegato una sorta di vademecum che spiega per ogni tipo di struttura extralberghiera, licenze, autorizzazioni e requisiti urbanistici: bagni, superficie minima delle camere, altezze. Anche perché negli ultimi mesi un po’ di regole provano a imbrigliare il fenomeno. Da luglio scorso una legge regionale obbliga chi fitta ai turisti, con la formula delle locazioni brevi, a segnalare l’attività al Comune, mentre prima potevano operare nell’ombra. E da gennaio, per una direttiva europea, i portali tipo Airbnb chiedono dati anagrafici, fiscali.

«Anche se a rilento, gli uffici del Comune – svela Agostino Ingenito, presidente di Abbac, l’associazione che riunisce B&b, affittacamere – stanno annullando diverse comunicazioni di attività perché le abitazioni non hanno i requisiti urbanistici minimi. Se fitti un monolocale, ci vogliono 28 metri quadrati per un solo posto letto. In una casa con più camere, 14 metri quadrati per una matrimoniale e altri 14 per un salone-cucina. Per non parlare di bagni, finestre».

Al Comune bisogna inviare la planimetria dell’appartamento. Gli uffici, che si sono dotati di un software, allertano la polizia municipale che bussa e, nel caso, verifica lo stato dei luoghi. «Ci sono strutture con più posti letto di quelli autorizzati – ammette Ingenito – Emergono abusi edilizi, soppalchi mai dichiarati. Garage trasformati in case vacanza. Persino una struttura ricettiva in una cappella religiosa alle spalle di piazza Cavour».

La stretta sulle case non a norma, che presentano difformità urbanistiche, sta generando vendite farlocche.

«Molti – racconta Ingenito – per liberarsi di immobili irregolari stanno truffando persone ignare dei requisiti strutturali che servono per avviare l’attività turistica. Il contrasto all’abusivismo sta portando soggetti senza scrupoli a vendere case con pseudo licenze. Si fanno pagare l’avviamento dimostrato dalle recensioni on line». È l’effetto saturazione, dopo il boom. C’è un dato su InsideAirbnb che segna una inversione di tendenza. A maggio scorso il reddito medio degli annunci in città era di 6646 euro. Dopo un anno, quella cifra per la prima volta è diminuita: 5304 euro. Aumentano le inserzioni, ma calano i guadagni. La bolla sta scoppiando?

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/03/24/news/napoli_bed__breakfast_abusivi_comune_annunci-422363372/?rss

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