
Servirà anche a monitorare la salute del mare che bagna Sorrento, ripulendolo gradualmente dai rifiuti. E segnerà una piccola rivoluzione silenziosa, incentivando i pescherecci a raccogliere e addirittura classificare i rifiuti che si adagiano sui fondali o finiscono tra le reti, costituendo una minaccia costante per gli ecosistemi, in particolar modo per le tartarughe marine e per i cetacei.
Arriva un nuovo accordo tra Comune di Sorrento, Penisolaverde – società pubblica per l’igiene urbana – e i titolari di venti attività di pesca. Con riferimento alla cosiddetta “Legge Salvamare”, che dal 2022 prevede che i rifiuti accidentalmente pescati dai pescherecci siano equiparati ai rifiuti urbani, e come tali, conferiti presso gli impianti ed i contenitori presenti sulle banchine portuali, la cittadina della Costiera suona la carica. Chiedendo ai pescatori un aiuto concreto e approfittando delle opportunità legate alla legge di bilancio del 2024, che ha attivato un fondo, finanziato dalla Tari, per le spese che sostengono i Comuni nella gestione dei rifiuti che arrivano, per l’appunto, dal mare. “E il nostro è proprio un progetto, peraltro tra i primi a partire in Italia, nato sull’onda di quanto previsto dalle recenti normative in materia di rifiuti – spiega il presidente del consiglio comunale, Luigi Di Prisco – Fino a pochi anni fa i pescatori avevano timore a riportare a terra i rifiuti pescati, in quanto gli stessi potevano essere considerati rifiuti speciali e quindi gestibili solo con particolari normative e procedure. Con le nuove disposizioni, la gestione è stata semplificata. Con questa iniziativa abbiamo previsto anche rimborsi a tutte le attività di pesca coinvolte. Dato ancor più sensibile è che l’iniziativa è autofinanziata dalla tariffa Tari ordinaria, in quanto in recepimento della legge Salvamare ci sono degli spazi economici dedicati a questa tipologia di interventi. Voglio ringraziare gli uffici comunali, che congiuntamente a Penisolaverde hanno redatto il testo dell’accordo, davvero pionieristico nel settore. A fine anno – conclude – faremo un primo bilancio del progetto, che ci servirà anche a monitorare lo stato di salute del nostro mare”.