
Il Sindacato delle giornaliste e dei giornalisti Rai ha tenuto oggi un seminario formativo sulla libertà di stampa e sul giornalismo del servizio pubblico alle porte dell’entrata in vigore, il prossimo 8 agosto, dell’articolo 5 dell’Emfa, il regolamento europeo che disciplina tra gli altri aspetti, la governance e il finanziamento del servizio pubblico televisivo, per garantirne il funzionamento indipendente. Tra i relatori del corso Giacomo Mazzone, Esperto del Consiglio d’Europa per la libertà dei media e Segretario generale di Eurovisioni che nel suo intervento “Emfa, un’occasione da non perdere per fare della Rai un vero servizio pubblico” ha sottolineato come a partire dal prossimo 8 agosto alcune pratiche nelle nomine dei vertici Rai, se in linea con quelle passate, saranno già in palese violazione del regolamento europeo. Un regolamento che permetterà a vari soggetti, a partire dalle cittadine e cittadini, utenti del servizio pubblico televisivo, dai professionisti del settore media, dalle associazioni, fino agli stessi amministratori di agire contro le violazioni in tutte le sedi possibili: tribunali, tribunali amministrativi, sedi europee.
Questo ha ricordato il professor Luigi Malferrari, ricercatore presso il centro studi avanzati Robert Schuman e componente del servizio giuridico della Commissione Europea. Un regolamento preceduto da lunghi anni di lavoro e studio all’interno del Media Pluralism Monitor dell’Unione Europea in cui lavora la professoressa Elda Brogi, che come relatrice del corso ha aperto il lavori, che pone l’Italia, che non registra “performance ottimali” nella parte media inferiore di una graduatoria di paesi dell’Unione Europea a cui si aggiungono i cinque candidati entranti per l’allargamento, quanto a rischio per il pluralismo dei media. L’incontro, ospitato dall’Università Federico II di Napoli ha visto la partecipazione di una settantina di giornaliste e giornalisti collegati sulla piattaforma dell’Ordine Nazionale del Giornalisti e di una trentina di iscritti in presenza.
“Questo è un momento importante per continuare a chiedere verità e giustizia per Mario. La sua è una storia che può accadere a tutti. Lui ha pagato di più perché si sapeva che non avrebbe taciuto. Per questo lo hanno ucciso. Vi chiediamo di fare come diceva Mario: ‘essere giornalisti è sì essere informare, ma soprattutto è agire secondo un patto di coscienza’”. Lo hanno affermato i genitori di Mario Paciolla, il cooperante e giornalista napoletano morto il 15 luglio 2020 in Colombia (la cui morte è stata archiviata dalla Procura di Roma come suicidio), Anna Motta e Pino Paciolla, in occasione del corso realizzato da Usigrai alla Federico II.