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Amoretti, l’ultimo appello del partigiano: “C’è la destra al potere, difendiamo la libertà”

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Brillava la vita negli occhi di Antonio Amoretti. Sul suo volto scorreva il film della Resistenza partigiana ogni volta che la raccontava: 95 anni di lotta con l’adrenalina sempre nello sguardo. Con il coraggio dei 16 anni divenuto un indomabile senso di giustizia e democrazia da trasferire ai più giovani.

Ora l’ultimo partigiano di Napoli, ” Tonino ‘ o biondo”, “‘ O pazzo” che impugnò la pistola al posto del padre colto da una crisi di malaria, vedeva minacciata la libertà dopo la vittoria della ” Destra reazionaria e neofascista al governo”. Lo raccontò in un’intervista a Repubblica il 30 settembre: in occasione dell’anniversario delle Quattro giornate ci aprì la porta e il cuore in un giorno di pioggia battente. Senza risparmiarsi, nonostante la stanchezza.

Ricordò di aver sfidato acciacchi e allerta meteo “per andare alle urne ” pochi giorni prima, per partecipare all’elezione che registrò l’astensione record dall’inizio della Repubblica. “Che amarezza -disse – bisogna organizzarsi per scongiurare colpi di mano, la vittoria della Destra reazionaria e fascista mi ha sconvolto ” . Era crollato un mondo: ” Questa sconfitta è tragica per me: mi sento impotente, vedo crollare tutto ciò che poteva essere. È stata una trappola, noi antifascisti non possiamo festeggiare. È andata male”. L’onore delle armi a Giorgia Meloni: “È la prima volta che siamo guidati da una donna e questo è un fatto positivo, sono stato sempre femminista. La futura premier ha dimostrato di saper lavorare, spero che lavori per il bene comune e per l’interesse del Paese rispettando le regole della democrazia”.

Il rimprovero alla Sinistra che si era “divisa come al solito: ognuno ha curato il proprio orticello ed ecco le tragiche conseguenze. Ora sono a rischio la libertà e la democrazia. C’è un pericolo fascismo, bisogna combatterlo con le armi che la democrazia ci mette a disposizione. C’è il rischio di un’affermazione della violenza particolarmente tra i giovani ” . La strada da seguire e difendere era quella indicata dalla Costituzione: ” Dobbiamo resistere e criticare con gli strumenti che ci mette a disposizione la carta costituzionale, nata e scritta con il sangue di migliaia di giovani e meno giovani. Elaborata da personalità politiche di grande spessore, di ogni settore e orientamento. Quella carta è l’Italia, dobbiamo difenderla”.

Il suo più grande rammarico era non poter più parlare ai ragazzi nelle scuole a causa delle restrizioni anti Covid: “La pandemia ha fermato tutto: non ho più potuto incontrare i giovani, ogni settimana andavo negli istituti e nelle università. Era il lavoro della mia vita, per il quale non ho mai voluto un euro”. L’ultimo incontro ci fu a ottobre scorso con gli studenti dell’istituto Casanova, la scuola dove insegna la nipote Rosa, 37 anni.

” Nonno ricordò ai miei ragazzi che loro sono il futuro – spiega la docente – che devono ritrovare la libertà per essere artefici del proprio destino ” . Rosa Amoretti oggi canterà ai funerali. “Cantavo spesso “Historia de un amor” per i miei nonni – aggiunge – “Bella ciao” è la canzone simbolo ma vorrei dedicargli “Grazias a la vida” perché nonno aveva un grandissimo amore per la famiglia e per la vita. In queste ultime settimane credo abbia voluto conservare la sua dignità e non restare in uno stato di impotenza, comprendeva tutto ” .

“Mio padre era un uomo forte, aveva una mente lucida ma aveva dato chiari segnali di non voler proseguire purtroppo” , dice Francesco Amoretti, figlio di Antonio, professore Associato di Scienza politica e comunicazione all’università di Salerno. L’ultimo partigiano lascia però un desiderio che confidò a Repubblica: “Celebrare il prossimo anniversario delle Quattro giornate con il museo: avevamo individuato il posto nella casa delle socialità al Vomero, costata 360 mila euro. Mi appello al sindaco Gaetano Manfredi affinché il museo non resti un’eterna promessa”. Amoretti aveva stima per l’ex rettore e un grande amore per la città. Di fronte ai rischi di Autonomia regionale e tagli ricordò la lotta: ” Penso che il sindaco di Napoli, per la sua storia, possa affrontare a testa alta le difficoltà momentanee”

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/24/news/amoretti_lultimo_appello_del_partigiano_ce_la_destra_al_potere_difendiamo_la_liberta-380574039/?rss

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