domenica, 17 Marzo, 2024
14 C
Napoli

Antonella Stefanucci: “A teatro sarò Titina, donna e artista fra i giganti del ‘900”

- Advertisement -https://web.agrelliebasta.it/la-mattina/wp-content/uploads/2021/01/corhaz-3.jpg

“Sogno un bel ruolo da protagonista al cinema scritto da Salvatores. E intanto mi trasformo in Titina De Filippo a teatro e al cinema mi dirige Lina Sastri…”. Aldo Giuffré un giorno le disse che lo divertiva la sua ironia in scena.
Per Antonella Stefanucci, ventenne, rappresentava già l’applauso più grande, ilpassepartout di attrice da un signore del teatro che aveva lavorato con Eduardo e Totò. Per lei figlia d’artista, il padre è lo scenografo e regista Tony Stefanucci e la madre la scultrice Rosa Panaro (scomparsa a 87 anni a marzo scorso ndr). Dopo la delusione della danza, l’attrice decide che la sua maschera teatrale sarà quella della comicità.

(siano)


Ci vede giusto. Conosce e s’innamora dell’avvocato penalista e teatrante Domenico Ciruzzi che ha fondato il Teatro dei Resti a San Martino al Vomero nel ’77 con Silvio Orlando. Insieme lanceranno nel ’92 il monologo “Telesantalucia”, lui nel ruolo di autore, che va prima in scena al Sancarluccio e poi diventa una striscia satirica nella trasmissione cult di Serena Dandini “Avanzi”. La notorietà arriva con la trasmissione “Telegaribaldi” in onda su Canale 9. Ma prima già aveva esordito al cinema in “Pacco, doppiopacco e contropaccotto” di Nanni Loy che torna nel ’96 con “Pianese Nunzio, 14 anni a maggio” di Antonio Capuano. Al cinema, ha lavorato con Omar Sharif, Klaus M.

Brandauer, Antonietta De Lillo e il Premio Oscar Gabriele Salvatores nei film “Denti” e “Io non ho paura”. La ritroveremo a teatro nel ruolo di Titina De Filippo il 17 e 18 dicembre al Teatro Nuovo e nel 2023 sarà Marinella nel film di Lina Sastri sulla madre “La casa di Ninetta”.

(siano)


Signora Stefanucci, dal cabaret al cinema, passando per il teatro.
Non si è fatta mancare nulla…
“Con quei due genitori… Mi hanno fatto vivere forse eccessivamente l’amore per l’arte, non poteva andare diversamente. Ho vissuto da adolescente all’Accademia di Belle Arti dove ho frequentato il liceo artistico e al San Carlo, sono cresciuta tra gallerie d’arte e teatro. Ho sempre visto questo lavoro come un mestiere artigianale per il quale lottare, avolte mi chiedo quanto ne valga la pena. La prima delusione fu da ragazzina quando facevo la ballerina: mi dissero che ero diventata troppo grande e alta per danzare, quanto ho sofferto…
Volevo fare la ballerina di danza classica, mi sono rifugiata nella comicità. Oggi a quasi 60 anni, aspetto ancora un ruolo da protagonista”.

Quali quelli di cui va più fiera oggi?
“A Telegaribaldi, che divertimento quando facevo la signora Colluso, moglie dell’assessore Colluso e la professoressa Scarpone, docente dei licei di periferia. Poi sbarco allo Zelig a Milano”.

(siano)


Diceva che sognerebbe un personaggio scritto per lei da Gabriele Salvatores…
“Siamo diventati amici perché Gabriele è amico di mio marito Domenico: le serate insieme a Monte di Dio, lo scambio culturale… Salvatores è un autore che amo, mi piacerebbe tanto, sì.
Credo che oggi nessuno più sappia scrivere per una donna, figurarsi quelle di 60 anni. Invece in America fioccano i ruoli per le donne mature, il mio riferimento è la grande Francis McDormand”.

Silvio Orlando le ha presentato suo marito.
“Avevo 17 anni, facevo teatro d’avanguardia con Paolo De Angelis, Domenico mi venne a vedere in uno spettacolo in cui facevo la parte di una spogliarellista. Poi ci siamo incontrati qualche tempo dopo, una volta al Teatro Ausonia (oggi Teatro Totò). Iniziammo a frequentarci da amici, poi facevamo insieme teatro a Santa Lucia, di giorno lui faceva l’avvocato e accoglieva i clienti, di sera trasformava lo studio in una casa di produzione. Così nacque la striscia satirica che poi andò su Raitre. Ho lavorato anche con Vincenzo Salemme nella sua prima commedia “La gente vuole ridere”: era un giovane autore e fu un successo pazzesco per molti anni”.

E con Silvio Orlando l’amicizia continua?
“Certo, abbiamo anche lavorato qualche volta insieme, ma è da ragazzi che ci siamo divertiti. Lo portavo in giro sul mio Gilera negli anni ’80, a tutto gas. Facevamo l’alba, andavamo alle feste, ci ubriacavamo, lui dice sempre che le “follie” che ha fatto con me non le faceva con nessuno”.

(siano)


Era la Napoli anni ’80 che ha lasciato anche tanta tristezza e morti di droga sulla strada.
“Con la mia famiglia abitavamo ai Colli Aminei, poi ci siamo trasferiti in centro quando mio padre diventò direttore degli allestimenti scenografici del San Carlo. Mio fratello e io frequentavamo piazza del Plebiscito, che all’epoca era una piazza “oscura ” con i suoi portici e piena di auto. Mio fratello si chiamava Alfredo, eravamo una coppia di ferro, ma gli anni 80 ci risucchiarono, li abbiamo vissuti senza freni”.

Suo fratello se n’è andato troppo presto, ha chiamato suo figlio come lui…
“Studia giurisprudenza, anche se ha fatto una piccola incursione nel cinema nel film “Santa Lucia” di Marco Chiappetta, fa Andrea Renzi da giovane, gli somiglia”.

Riavvolgiamo il nastro della sua carriera. La prossima tappa è Titina De Filippo al teatro Nuovo.
“La prima a crederci è stata una donna, non a caso: Marisa Laurito. Lo spettacolo è prodotto dal Trianon Viviani. Scritto da Domenico Ingenito e Francesco Saponaro che ne cura la regia, io sono Titina in scena con Edoardo Sorgente. Restituiamo a Titina il posto che le si deve, grande artista e donna del ‘900, ben oltre la condizione di compagna d’arte e sorella di Eduardo. Titina è stata maestra d’arte al fianco di grandi compagni di scena. Filumena ma non solo Filumena, come cercò di ricordare nel numero di varietà in coppia con Mario Riva per “Il Musichiere” della Rai nel’59. Dopo Titina riprendiamo a marzo al Trianon “Pregiudizi convergenti” con la regia di Domenico Ciruzzi”.

È stata un volto di una delle prime fiction seriali della tv italiana, di recente ha partecipato anche a “Il commissario Ricciardi”: ha altri progetti?
“Per il ruolo di Rossella nella fiction “Capri” che ha fatto da apripista alle serie nella tv italiana ancora mi fermano in strada. Il commissario Ricciardi è bel progetto, Maurizio De Giovanni è una grande risorsa del nostro territorio. Al cinema sarò Marinella nel film “La casa di Ninetta” di Lina Sastri dedicato alla madre, sono la badante della mamma interpretata dalla grande Angela Pagano, abbiamo girato ai Quartieri Spagnoli proprio nella casa di Lina. È stato bello lavorare con lei, come Giuffré anche lei mi ha detto che la faccio ridere. Con Giacomo Rizzo e Andrea De Maria ho girato “In fila per due” alle falde del Vesuvio e a Morigerati, invece in “Desirè” di Mario Vezza sono un’assistente penitenziaria nel carcere di Nisida con Enrico Lo Verso che fa l’educatore, protagonista una ragazzina nigeriana, i due film sono prodotti da Cinema Fiction, scuola dove insegno recitazione”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/11/news/antonella_stefanucci_a_teatro_saro_titina_donna_e_artista_fra_i_giganti_del_900-378598324/?rss

spot_img
spot_img

Cosa fare in città

Archivi