
C’è un posto che fa arrossire, La Campagnola sforna la pizza dei due rimorsi. Arrivi e ti chiedi: come si fa a scoprirla solo adesso, nel Borgo barocco dei Vergini, che del Rione Sanità è il cuore che batte forte, con i vecchi palazzi, le botteghe, il mercato gremito e febbrile, le chiese trecentesche e la leggenda degli Eunostidi, confraternita di uomini dediti a temperanza e castità. Salvatore grasso e pacioso arriva poi con una Margherita, diametro 33 cm, carica di fumo e profumo.
La trattoria è piena, un autista Ncc, un artigiano, un giovane professore di lettere del liceo Vico con Nikon a tracolla fra altri napoletani e turisti americani. È il secondo rimorso, arrivare qui solo oggi, possibile? Ciro Grossi a 8 anni, più basso del forno a legna, lavorava accanto al padre Salvatore.
Marinella, la signora bruna che fissa Ciro da lontano è la madre. Confida: «Studia sempre, lavorando è diventato ragioniere, anche sommelier, ma non si stacca mai da quel forno. Se aspetta, arriva anche il fratello, Umberto». La bella Napoli di un grande popolo: famiglia e pizzeria. Sottile, morbida, intensa nel gusto. E sincera. Niente biga o additivi, 27 ore di lievito, farina Molino Piantoni, latticini di Nuova Casearia a San Cipriano, olio cilentano il sublime “Marsicani” di Morigerati, retrogusto di insalata verde croccante se Ciro ne versa un giro dopo il forno. Non prima. Pomodori sotto esame: Caramello o Principe di Napoli. Tutto sembra semplice, ogni dettaglio è un lusso. Gran finale: per la pizza il vino giusto. Rosato, Caprettone o Catalanesca.
Dove
Trattoria e pizzeria “La Campagnola” via Fuori Porta San Gennaro, 13.
Tavoli all’aperto. Ottima pasta con patate.
Tel.081 457663. Consegna a domicilio Just Eat