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Casamicciola, residenti di nuovo sfollati per maltempo: “Vita impossibile, chiediamo una soluzione definitiva”

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Qui si convive con l’ansia da allerta meteo. E le valigie sono sempre pronte, sull’uscio. Squilla il telefono, è la polizia municipale: “Entro le 16 dovete lasciare la vostra abitazione per 24 ore”. E in 400, allora, si dirigono verso gli alberghi o tornano a bussare alle porte di amici e parenti, raggiungendo i 300 sfollati “stabili”. Casamicciola, ad oggi, è questo, una storia surreale: il rischio idrogeologico costringe una fetta della popolazione a fare la spola tra casa e albergo.
Ieri dopo l’allerta meteo gialla è toccato ai residenti delle zone A4 e D: agli altri, come da ordinanza della commissaria prefettizia Simonetta Calcaterra, basterà “rimuovere i veicoli in sosta in strade o piazze ed evitare di utilizzare scantinati o locali seminterrati”.

Antonello Sodano e la moglie Sara hanno, per esempio, dovuto dirlo ai due bimbi, 5 e 2 anni. “Non volevano lasciare la loro cameretta, è stato difficile. Eravamo tornati solo a Capodanno nella nostra casa di via Ombrasco (non lontano da piazza Bagni, ndr), risparmiata dalla frana però lambita da vie ancora a rischio. Così siamo tornati in albergo, all’hotel Michelangelo, ed è la cosa giusta da fare perché la sicurezza è inderogabile. Ma ai commissari e allo stato chiedo risposte definitive. Siamo disposti ad andar via da qui, ho dei figli piccoli e non voglio che convivano col rischio idrogeologico. Se si è in grado di mettere in sicurezza queste aree, che pagano lo scotto della mancata manutenzione di decenni, ce lo dicano. Sennò provvederemo ad andare altrove. Ma il provvisorio non diventi definitivo”.

E c’è anche chi, come Caterina Sirabella, ha deciso di dire “no” a una situazione di instabilità legata alle allerte meteo. “Per noi ieri non è scattata l’evacuazione, perché con mia figlia diciassettenne avevamo già deciso di non rientrare, dopo il primo sgombero. L’idea di fare la spola tra l’albergo e la nostra casa di via Monte della Misericordia, ancora in parte inagibile, non mi andava a genio. Siamo segnate da quel che è successo il 26 novembre e non abbiamo il masochismo di chi vuole rientrare a casa a tutti i costi. Per di più – aggiunge – avevo già provveduto a rimettere in sesto la casa dopo i danni dell’alluvione del 2009 e quelli del terremoto del 2017. Oggi aspetto risposte definitive che al momento non ci sono, non essendo neanche stati valutati ancora i danni all’immobile”.

Ha un diavolo per capello Raffaele, che fino a qualche giorno fa viveva in zona rossa. A suo rischio e pericolo. Anche lui, con le utenze disattivate, ha dovuto ripiegare in albergo: “Non credo che riescano a trovare una soluzione abitativa per tutti, oggi non possiamo che vivere alla giornata”, tuona con rabbia. E la sua rabbia è anche quella dei comitati civici, che in queste ore hanno scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni: “Il tessuto socio-economico del nostro comune, la stessa idea di tornare a vivere nei nostri luoghi, rischiano di essere distrutti senza una forte azione strutturale di messa in sicurezza e di manutenzione, e senza strumenti economici che possano permettere alle imprese, qui in gran parte legate al turismo, di riprendersi”, spiegano. Chiedendo “un piano di intervento credibile ed immediato, e soprattutto risorse economiche adeguate, che al momento non ci sono. Noi non possiamo essere abbandonati, come già tristemente avvenuto in passato (il riferimento è al terremoto del 2017, ndr).

Non possiamo essere lasciati in balìa dell’improvvisazione e continuare a vivere e lavorare in un posto non sicuro: e non sicuro non certo per colpa dell’uomo, non certo a causa dell’abusivismo edilizio, ma solo per le continue omissioni perpetrate da chi quel territorio doveva metterlo in sicurezza e non lo ha fatto. In questo Paese non si può continuare a piangere i morti, a fare il conteggio dei danni, a proclamare nuove iniziative ed importanti disegni di legge nella direzione di una cultura della prevenzione, e poi – di contro – continuare nel solito e perseverante abbandono dei territori all’indomani delle tragedie”. E intanto continuano a segnalarsi criticità idrogeologiche sull’isola: sabato un nuovo crollo ha interessato uno dei costoni già pericolanti sulla spiaggia dei Maronti, con l’interdizione di una parte del litorale.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/01/09/news/casamicciola_residenti_di_nuovo_sfollati_per_maltempo_vita_impossibile_chiediamo_una_soluzione_definitiva-382706067/?rss

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