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Prezzi, impennata di Natale: “Fare la spesa è un lusso”

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Il pane. La pasta. La passata. Lo zucchero. Il vino. Le verdure. La cioccolata. Lo slalom tra gli scaffali alla ricerca del prodotto più economico è il più difficile esercizio quotidiano. Sempre più rincari, crollano le vendite. ” Fare la spesa è diventato uno stress – sospira Grazia, mentre alza gli occhi dalla sua lista – scrivo i prezzi dei prodotti e calcolo il totale della spesa, per non sforare il budget quotidiano ” . Ore 12, il supermercato è pieno ma i carrelli sono semivuoti. Nel paniere della spesa, i clienti mettono solo il necessario, ci si concede pochi strappi alla regola.

L’inflazione, la crisi delle materie prime che i consumatori subiscono ormai da tempo, trascinano inevitabilmente i beni di consumo quotidiani verso la sfera del proibitivo. Si fanno i conti con gli aumenti del pane (più 13,3 per cento) arrivato a costare 3 euro al chilo. In salita il prezzo dell’olio extravergine che si attesta tra i 6 euro e gli 8 euro al litro ( più 15 per cento), aumentano la pasta ( più 30 per cento), lo zucchero ( più 7 cento), la passata di pomodoro ( più 15 per cento), il latte ( 1 euro e 90 al litro). Fare la spesa diventa sempre più dispendioso. ” In generale i clienti comprano solo ciò che è necessario – spiega Antonio Cristiano, uno degli amministratori della catena di supermercati Superò, 18 punti vendita a Napoli, un migliaio di dipendenti – nel settore della pasta siamo al quarto aumento di listino in meno di un anno. Ogni volta il prezzo sale del 4, 5 per cento. Abbiamo provato a bloccare gli aumenti indiscriminati lasciando gli scaffali vuoti ma non possiamo restare fuori mercato e ora stiamo cercando di contenere l’inflazione. Abbiamo una scala di prezzi che va dai 65 centesimi ad 1,30 euro per pacchi da mezzo chilo. Il massimo dello scorso anno era 90 centesimi ” .

Un altro espediente per camuffare l’impennata dei prezzi è diminuire la quantità di prodotto ma non il costo. “Lo acquisti e non ti accorgi del peso poi il prodotto finisce prima – rivela una clientedel supermercato, mostrando la grammatura del pacchetto di riso – e quindi sei costretto a ricomprarlo, l’aumento c’è ma non si vede”. E consiglia: “Controllate il peso di ciò che acquistate…”.
L’effetto inflazione gela i consumi, gli scaffali restano pieni. La linea degli aumenti non riguarda solo prelibatezze inaccessibili, raggiunge qualsiasi pietanza da mettere in tavola.

Salgono i costi del pollame (più 18 per cento) e anche chi pensa di ripiegare sui piatti pronti deve fare i conti con il portafogli e sborsare il 15,7 per cento in più. Più 12,5 per cento per ravioli, tortellini, cappelletti e agnolotti, aumenta la carne con più 8,6 per cento, più 8,2 per cento per gli affettati, lo stesso per il pesce fresco. Polpi o gamberi, cozze e vongole in salita del 7,5 per cento. Vini e liquori rincarano, rispettivamente, del 6 per cento e del 5,3 per cento, aumenta il cioccolato, con più 3,6 per cento e raggiunge cifre vertiginose con la produzione artigianale. Si registrano rincari del 16 per cento anche su carciofi, finocchi, carote, patate. ” Perfino la verdura è diventata proibitiva – fa i conti Rosanna, pensionata – mettere assieme pranzo e cena è diventata un’impresa”. Lievitano del 13,8 per cento i dolci confezionati e quelli freschi ( più 6,6 per cento). ” Anche la vendita dei dolci è diminuita, era una garanzia” confessa un commesso. ” Speriamo nell’impennata con l’arrivo delle tredicesime – conferma Francesco Siciliano, Flor do Cafè – purtroppo gli aumenti penalizzano anche noi ” . I consumatori chiudono i portafogli e spendono il minimo budget per arrivare a fine mese. Un segnale sfavorevole, ad appena due settimane dal Natale. ” Le famiglie sono in difficoltà, non riescono a pagarele tasse – avverte Marcello Picone, Unione consumatori Napoli – e nemmeno le bollette altissime di luce e gas, come possono sostenere prezzi così alti per tutta la merce necessaria?”.

Prezzi alle stelle anche per accessori da bagno, come la carta igienica giunta alla soglia dei 5 euro, aumentano anche fazzolettini di carta e tovaglioli. E se si paga il prezzo dei trasporti delle merci e del costo carburanti, non si è immuni da inevitabili speculazioni. Picone mette in guardia sugli aumenti incontrollati: ” Denunciamo il fenomeno in atto da parte di alcuni brand di lusso, alimentari e non, che hanno approfittato dei rincari generali per aumentare i prodotti oltre le soglie consentite. Invece di prezzi più alti del 10-15 per cento, si raggiungono aumenti del 20- 30 per cento, in qualche caso i prezzi sono addirittura raddoppiati. Purtroppo dal punto di vista normativo non c’è niente che li frena, solo il calo delle vendite può punirli ma si rivolgono ad una fascia di consumatori che ha le possibilità economiche e spende comunque”.
 

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/14/news/prezzi_impennata_di_natale_fare_la_spesa_e_un_lusso-378988966/?rss

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