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Sos dall’ex casa di Sandokan: “Qui ora aiutiamo i giovani autistici ma rischiamo di chiudere, le istituzioni ci hanno abbandonato”

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« Nella giornata della consapevolezza dell’autismo, dopo 27 anni di chiacchiere al vento, ho deciso di parlare al muro » . Non nasconde la sua amarezza Enzo Abate, padre di Gennaro e Maurizio, e presidente della cooperativa “ La Forza del Silenzio”, che ha sede nel bene confiscato a Francesco Schiavone Sandokan in via Bologna a Casal di Principe.

Nell’ex villa di Sandokan confiscata, ci sono le attività di due cooperative sociali, “La Forza del Silenzio” e “Lfs Global care”, che prendono in carico ragazzi autistici e producono prodotti senza glutine e gadget ufficiali per i Capi di Stato.

Paradossalmente il nemico da affrontare qui non è la camorra, ma le istituzioni pubbliche. In particolare l’Asl, Ambito territoriale, e i comuni morosi. Da mesi le attività vanno avanti con difficoltà perché i pagamenti non arrivano. Enzo Abate, proprio nel giorno dedicato alla consapevolezza dell’autismo, si sfoga buttando fuori tutto quello che ha tenuto dentro per tanto tempo. Lo fa di fronte ad un muro che ha fatto disegnare su un grande foglio di carta.

Un muro bianco con una grande scritta al centro: “Wall avareness day”, la giornata della consapevolezza del muro. Una scritta circondata da pensieri che hanno scritto i genitori dei ragazzi che frequentano il centro di Casal di Principe. “Caro muro, sii paziente per qualche minuto… La forza del Silenzio” esiste da 16 anni, maoggi corre il rischio di chiudere i battenti”.

Il suo lungo sfogo comincia così ed è immortalato in un video prodotto dall’associazione dove si vede Abate che si rivolge direttamente al muro e gli racconta quello che ha vissuto in questi lunghi anni sia come genitore di due ragazzi autistici prima e poi di presidente della “ Forza del silenzio”.

« Quel muro simboleggia le istituzioni insensibili, le difficoltà che abbiamo per andare avanti spiega Abate – Abbiamo crediti per 600 mila euro che alcune Asl e comuni ci devono. Siamo stati costretti a fare tre decreti ingiuntivi nei confronti dell’Asl. Dal 2021 hanno fissato l’udienza nel 2025. Vorremmo chiedere: ma come facciamo a pagare 50 dipendenti? Se chiudiamo – insiste Abate – Il dramma più grande per noi sarebbero questi ragazzi senza più assistenza. Ritornerebbero a stare giorno e notte con le famiglie. E in tanti non sono in grado di gestirli » .

Giuseppe, Angela, Gennaro, Pasquale e gli altri ragazzi autistici che frequentano la casa di via Bologna, posano davanti al muro e si fanno immortalare con i loro volti sofferenti e sorridenti. « Ne abbiamo circa 60 in carico – spiega Enzo Abate mentre abbraccia alcuni di loro – il rapporto con gli operatori è quasi uno ad uno.

Purtroppo le strutture per accogliere questi ragazzi sono quasi inesistenti. Dovrebbe essere naturale darci una mano. Invece – dice son un sorriso amaro Abate – sono costretto a rivolgermi a questo muro, perché mi capisce di più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2024/04/03/news/autismo_sandokan_schiavone_casal_di_principe_camorra_mafia-422413205/?rss

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