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I camion arrivavano a due alla volta. Si fermavano, accompagnati da un’automobile di vedetta da cui scendeva un uomo a cui toccava controllare che non ci fosse nessuno a guardare. In pochi minuti il carico di rifiuti pericolosi era finito sotto terra e gli autisti andavano via. Fanghi tossici estratti dai canali del fiume Sarno, amianto, scarti di cantieri edili e ogni tipo di veleni industriali sepolti in terreni su cui crescono alberi da frutta e di nocciole nel vesuviano.