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La crociata di Conte sul reddito di cittadinanza parte da Scampia: “C’è rabbia, temo disordini”

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NAPOLI – “Vogliamo essere la voce degli invisibili”. Giuseppe Conte, nuova fase, nuove trasferte nell’inverno del Paese sotto il governo della destra. E riparte da Napoli. Da dove sennò, l’epicentro di un mondo del disagio ancora legato ai Cinque Stelle, la sede del suo “tesoretto” del 40 per cento di voti. Dieci ore in città, fino a tarda sera. Dal cuore di una regione che è in cima alla classifica dei destinatari del Reddito di cittadinanza: la media di quasi 700mila tra 2021 e ’22, molto più numerosi anche della Sicilia, il doppio del Lazio, il quadruplo del Piemonte. Fino a Scampia. Dove stoppa una donna, che sta per perdere il sussidio, e rischia d’insultare Meloni. “Ah no, niente offese alla signora presidente del Consiglio”.

Così, mentre in centinaia di migliaia di case si consuma il count down per il sussidio – che si spegne tra otto mesi per alcune fasce di occupabili, e per tutti dal 2024, in attesa di nuove misure – il leader del M5S gioca d’anticipo e ci costruisce la sua battaglia anti-manovra, sulla cresta dell’opposizione. Fuori dal Parlamento, “ma per portare queste concrete necessità al governo, per spingerli a non calpestare chi ha meno. A non cancellare quel poco che per tanti rappresenta tutto”, dice in un colloquio con Repubblica. Un diversivo per allontanarsi dall’imbarazzo de caso Ischia? “Malafede e sciacallaggio, queste sciocchezze lasciamole dire a Renzi, che non supererebbe neanche un esame in Diritto. Ho spiegato che noi, dopo il terremoto di Casamicciola, per mandare avanti l’ingorgo di pratiche semplificammo, non condonammo un bel nulla”, aggiunge ancora lui. Intanto un barista del centro, dove si è fermato a prendere un caffé, apre un cassetto, gli mostra la sua bolletta di 5mila euro, gli dice a bassa voce. “Preside’, io con voi parlo chiaro: ho cambiato denominazione della società e non la pago, sennò come li faccio mangiare i miei figli? Vedete, io non voglio il reddito, io sto qui al bancone a lavorare. Ma non lo posso fare gratis e rimetterci pure il viaggio ogni giorno”.

“Battaglia politica permanente”, è la parola d’ordine dell’ex premier. “Temo assolutamente disordini e tensione in piazza per la manovra. Ma vogliamo canalizzare in una dimensione politica la disperazione della gente”. Un po’ coerenza d’impegno assunto con gli elettori al Sud, un po’ campagna elettorale senza fine per indebolire ciò che resta dei dem. Mentre il governatore e leader in pectore dem, Stefano Bonaccini lo indica a esempio. “Conte va tra la gente che ha perso il reddito? Anche noi dovremmo. Il Pd deve essere non più populista, ma più popolare”.

Avanti tutta. Conte vuole metterle insieme, le storie. “Le porteremo a Roma, in un’altra manifestazione di piazza quando avremo toccato varie città. E poi in Parlamento”. Non di solo Rdc, vive il Movimento, è il messaggio. Non a caso la prima tappa partenopea è nella city, ai piedi della sede Inps, Elena Tramontano se lo abbraccia: “Io ho 50 anni, precaria nei call center da una vita, rappresentante sindacale di questi lavoratori: solo da 24 ore sono stata assunta a tempo indeterminato dall’Inps, siamo 3mila in tutta Italia. Lo dobbiamo a Conte e a Tridico, hanno avuto il coraggio di togliere 200 milioni ai privati per la dignità del lavoro e un servizio migliore, parlate della buona politica”, grida ai cronisti. Poi è la volta di San Giovanni a Teduccio, periferia est: nella onlus “Figli in famiglia” dove la missionaria laica Carmela Manco e tutto il team degli educatori accolgono un centinaio di ragazzini al giorno. “Tante di queste famiglie senza il reddito dove vanno: li rimandiamo a rubare? Alcuni dei formatori che ora mi affiancano avevano padre o madre in carcere, la loro scelta l’hanno fatta. Ma se noi non gli lasciamo altra scelta?”.

E poi, periferia nord. Le storie arrivano al microfono, sul piccolo palchetto di Scampia: ex lotto K, ex lotto W, che ora si chiamano solo Parco Corto Maltese, dal bellissimo murale. Oltre la toponomastica però s’è mosso poco, le piazze di droga smontate ma il lavoro continua a mancare. Giusy Mincione, 32 anni, piange al microfono: “Anche in Germania sono andata a lavorare, non sono fannullona, ho studiato, ma mi ha salvato il reddito”, spiega a Conte. Quando è il turno di Anna, madre di sei figli, 900 euro di sussidio per otto persone in casa, lei sta per scantonare: “La signora Meloni come può pensare di togliere questo piccolo mantenimento? Se proprio signora la devo chiamare, ma non lo è …”, Conte ha la lucidità di bacchettare. “No, mi spiace. Lo è. È la signora presidente del Consiglio, la premier o il premier, e noi non offendiamo, dobbiamo fare una battaglia politica, e la faremo, per assicurare condizioni di vita civili”, dice il leader degli ultimi in tour, ribelle Masaniello in dolcevita nero. Che penetra in rioni dove tanti altri leader non metterebbero – o non gli farebbero mettere – piede.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/12/02/news/la_crocita_di_conte_sul_reddito_di_cittadinanza_parte_da_scampia_ce_rabbia_temo_disordini-377256586/?rss

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