Giovanni Lepre
economista

Oltre a essere area centrale per i corridoi energetici (dal progetto Eastmed al raddoppio del Tap), il Sud è destinato a essere hub mediterraneo di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili.

Lo ribadisce il Libro bianco sul Mezzogiorno, presentato nei giorni scorsi da The European House Ambrosetti in occasione del forum ‘Verso Sud: La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo’.

Il Mediterranean Sustainable Development Index (Msdi), l’indice progettato da The European House Ambrosetti per misurare l’attrattività e la competitività del Sud Italia, conferma che questo territorio, considerato autonomamente, rappresenta la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo.

Il Mezzogiorno già oggi rappresenta il 39,1% di tutta l’energia rinnovabile prodotta in Italia nel 2022 (in aumento di 4,6 punti rispetto al 2021). Ma ha margini di crescita notevoli per utilizzare fonti come energia eolica e solare. Bisogna però investire nel potenziamento dei corridoi che collegano l’Italia e il Sud, privilegiando infrastrutture in grado di incorporare nel medio periodo l’idrogeno verde.

Altra grande carta da giocare è l’economia del mare, che al Sud conta più di 110 mila imprese (48,8% del totale nazionale), più di 332 mila occupati (36,4% del totale nazionale) e genera 15,7 miliardi di euro di valore aggiunto (30% del totale nazionale).

Alle istituzioni centrali e locali il compito di mettere a frutto queste grandi potenzialità per rilanciare il Mezzogiorno e l’intera nazione.