![](https://www.la-mattina.it/wp-content/uploads/2024/01/gianni-lepre.png)
Giovanni Lepre
economista
Oltre a essere area centrale per i corridoi energetici (dal progetto Eastmed al raddoppio del Tap), il Sud è destinato a essere hub mediterraneo di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili.
![](https://www.la-mattina.it/wp-content/uploads/2024/06/lepre-mediterraneo.jpg)
Lo ribadisce il Libro bianco sul Mezzogiorno, presentato nei giorni scorsi da The European House Ambrosetti in occasione del forum ‘Verso Sud: La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo’.
Il Mediterranean Sustainable Development Index (Msdi), l’indice progettato da The European House Ambrosetti per misurare l’attrattività e la competitività del Sud Italia, conferma che questo territorio, considerato autonomamente, rappresenta la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo.
Il Mezzogiorno già oggi rappresenta il 39,1% di tutta l’energia rinnovabile prodotta in Italia nel 2022 (in aumento di 4,6 punti rispetto al 2021). Ma ha margini di crescita notevoli per utilizzare fonti come energia eolica e solare. Bisogna però investire nel potenziamento dei corridoi che collegano l’Italia e il Sud, privilegiando infrastrutture in grado di incorporare nel medio periodo l’idrogeno verde.
Altra grande carta da giocare è l’economia del mare, che al Sud conta più di 110 mila imprese (48,8% del totale nazionale), più di 332 mila occupati (36,4% del totale nazionale) e genera 15,7 miliardi di euro di valore aggiunto (30% del totale nazionale).
Alle istituzioni centrali e locali il compito di mettere a frutto queste grandi potenzialità per rilanciare il Mezzogiorno e l’intera nazione.