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Rifiuti, il piano del Comune: la tassa di soggiorno per finanziare la raccolta durante il boom turistico

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“Chi produce i rifiuti, paga. Così dicono l’Europa e le legge italiana. I turisti che vengono in città generano rifiuti, ma non contribuiscono con la tassa. È venuto il momento di pensare a un budget straordinario per la pulizia della città”. Parla così Paolo Mancuso, assessore all’Ambiente. Consiglio comunale del 29 dicembre, si discute dell’aumento del 40 per cento per finanziare l’impianto di compostaggio a Napoli est.

Quel passaggio del magistrato antimafia prestato alla politica svela le prossime mosse del Comune. Mancuso si è già confrontato col sindaco. “Non c’è motivo per cui i napoletani debbano versare una Tari più alta per la maggiore presenza di turisti”, è il ragionamento dell’assessore. I costi di igiene urbana sono aumentati per il boom di visitatori. E finiscono per gravare sulla Tari dei residenti.

“E’ giusto che ci siano altre fonti di finanziamento – continua Mancuso – Una parte delle risorse potrebbe venire dalla tassa di soggiorno”. Si tratta dell’imposta versata dai turisti in alberghi e B&b che il sindaco Gaetano Manfredi vorrebbe incrementare per allinearla alle altre città turistiche. Ma come si farà a tradurre in termini economici la percentuale dei rifiuti prodotta dai turisti? Allo stato tenere pulita la città costa circa 240 milioni: la Tari si compone infatti di 170 milioni che è il costo dell’Asia e di altri 60 milioni per lo smaltimento negli stir. Per la quota dei turisti – ragiona Mancuso – “dovremo avere un dato preciso, essere inattaccabili da questo punto di vista. Stiamo cercando di capire anche come fanno in altre città d’arte”.

Nelle prossime ore è prevista una riunione tra i dirigenti di Asia, la municipalizzata, per studiare una formula. C’è già qualche idea: si circoscriveranno le strade del centro Unesco, meta dei visitatori, dove si andranno a calcolare turni di spazzamento in più e di prelievo dell’immondizia. Obiettivo chiaro: sgravare la Tari dei costi extra del turismo. Nel piano industriale, presentato prima di Natale da Asia, si punta a ridurre entro il 2027 di quasi 30 milioni l’anno il costo di gestione dei rifiuti passando dal 37 al 60 per cento di differenziata. Come? Il sistema di raccolta porta a porta, diffuso nel 58 per cento dei quartieri, “va riorganizzato – si legge nel piano – integrandolo con altre modalità, al fine di aumentare la copertura della città con modalità piu efficaci anche in considerazione delle caratteristiche urbanistiche del territorio”.

Una visione che spacca la maggioranza. Da sinistra Rosario Andreozzi ha attaccato in aula: “Non è vero che il porta a porta non si può fare in tutto il centro. Aumentano i costi? Andiamoceli a prendere da chi non paga la Tari, sono i cittadini più virtuosi e le attività che guadagnano”. Sul dilemma “porta a porta”, Mancuso ha replicato in aula: “Sbagliato pensare di avere a Cupa Toscanella e a via Petrarca lo stesso servizio. Ci sono situazioni abitative, sociali, urbanistiche diverse. In una casa di 80 metri quadrati in cui vivono in 8, non si può tenere la frazione umida in casa per tre giorni, come previsto dai giorni di conferimento del porta a porta. È anche antigienico. Nella sesta Municipalità stiamo partendo con una sperimentazione: accanto alla raccolta ordinaria con contenitori domestici, nelle zone più critiche ci saranno punti di raccolta fissi presidiati dal personale Asia”.

Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/01/03/news/rifiuti_il_piano_del_comune_la_tassa_di_soggiorno_per_finanziare_la_raccolta_durante_il_boom_turistico-381946092/?rss

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